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Le “Carte di mare” di Concetta De Pasquale: quando il viaggio è sogno d'arte


Solcare il mare, assaporarne l'essenza, viverne le profondità sino a perdersi nell'infinito.

Terra e mare, anima e corpo, sogno e realtà. E' un rapporto profondo, un legame atavico, che va oltre l'umano sentire, quello che lega, inscindibilmente, la declinazione artistica di Concetta De Pasquale, artista bresciana di origine siciliana, e il mare.

Una passione che si manifesta durante l'infanzia dell'autrice ed abbraccia le due dimensioni dell'immensità marina: quella del mistero e quella della scoperta.

Binomio che la visone artistica della De Pasquale sposa, traduce ed esprime attraverso il vissuto di coloro che, come lei, vivono un rapporto intimo, quasi di dipendenza, con il mare.

Sono le grandi carte nautiche e diari di bordo i protagonisti della personale dell'artista, “Carte di mare” esposta al teatro Vittorio Emanuele di Messina nell'ambito della rassegna “R-esistenze d'artista. Visioni d'arte contemporanea”, curata da Saverio Pugliatti.

Opere inedite che porgono al pubblico una dimensione artistica non convenzionale, all'interno delle quali l'autrice cattura ed imprigiona l'essenza del mare, nella dimensione verticale e orizzontale. Una tecnica di pittura particolarissima che l'artista veicola con l'ausilio del suo corpo: mezzo e strumento che parlano, senza filtri, della sua arte.

“Preferisco non utilizzare, nella realizzazione delle mie opere, matite o pennelli – spiega l'artista – non amo che tra me e le loro ci sia un tramite, una presenza terza. Per questa ragione prediligo il contatto corpo a corpo con la carta: mani e piedi rappresentano lo strumento fondamentale della mia produzione artistica”.

Amore a prima vista, quello con il materiale cartaceo, che rappresenta un substrato privilegiato: “Non riesco a dipingere su una materia differente dalla carta – prosegue la De Pasquale - dai taccuini di viaggio, che sono le mie piccole opere, all'interno delle quali raccolgo tutto quello che il mio sguardo coglie nel corso dei miei viaggi, alle grandi carte nautiche, utilizzate dai naviganti lungo le rotte del mare, sulle quali dipingo direttamente con il corpo”.

Se la carta è lo strumento, il mezzo, attraverso il quale si esprime la dimensione artistica dell'autrice, il mare, in particolare quello siciliano, è l'indiscusso protagonista: “Il mare di quest'isola rappresenta le mie origini – spiega – sono nata a Brescia, mio padre però era siciliano. In Sicilia sono tornata per la prima volta all'età di sedici anni ed è stato il mare ad accogliermi, a darmi il benvenuto e farmi innamorare di questa terra. Nonostante io abbia continuato a viaggiare, per lavoro o per studio, il legame con questa terra non mi abbandona mai”.

Una personale, quella inaugurata nella città dello Stretto, che sarà possibile visitare sino al prossimo 24 gennaio nella sala esposizioni del Vittorio Emanuele, che parla del mistero del mare, delle sue correnti, della sua immensità: “Il mare è simbolo assoluto di libertà – racconta la De Pasquale - è respiro, è sogno ad occhi aperti. Un sogno del quale non mi stanco mai e del quale non posso fare a meno. Amo solcare questa immensa distesa azzurra in barca a vela, dove, in mare aperto, dipingo”.

Una forma di pittura catartica nella quale l'essenza umana, attraverso l'impronta diretta della sua dimensione fisica, si ricongiunge e ritrova la sua essenza naturale, allontanando da sé ogni orpello e sovrastruttura, all'interno di un cammino libero e intuitivo.

“Reinterpretare le carte nautiche per me ha un significato particolare – conclude l'artista – si tratta di strumenti vivi e vissuti sui quali sono rimasti intrappolati per sempre i sogni di coloro che solcando il mare hanno immaginato di raggiungere un orizzonte sempre più lontano”.

I viaggi non finiscono mai, solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi, in memoria, ricordo e narrazione. Una delle più celebri espressioni del poeta portoghese, Josè Saramago, che si addice perfettamente alla cifra artistica di Concetta De Pasquale.

Emma De Maria

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